Il 29 settembre 2025 è stato depositato alla Camera dei Deputati il tanto atteso progetto di riforma del D.Lgs. 231/2001 (Proposta di Legge A.C. 2632).
Il D.Lgs. 231/2001 viene rivisto nel profondo, con la previsione di numerose e sostanziali modifiche in un’ottica tanto di semplificazione e razionalizzazione del sistema quanto di valorizzazione della dimensione premiale e preventiva dell’istituto.
Tra le novità più rilevanti, si segnalano:
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- l’esclusione dei cosiddetti “enti di piccole dimensioni” dal perimetro di applicabilità del D.Lgs. 231/2001;
- l’estensione della responsabilità all’ente che esercita attività di controllo, direzione o coordinamento per gli illeciti commessi da soggetti riferibili agli enti controllati, se commessi nello specifico interesse o vantaggio dell’ente controllante;
- la disciplina unitaria del criterio di imputazione soggettiva, eliminando la distinzione tra fatto commesso da soggetti apicali e da sottoposti;
- l’eliminazione del requisito dell’elusione fraudolenta;
- la descrizione in maniera tassativa della struttura, composizione e contenuto del Modello 231;
- la previsione “di default” della composizione collegiale dell’OdV, costituito da almeno tre componenti di cui almeno un professionista iscritto agli albi individuati dal Ministero della Giustizia;
- una disciplina semplificata per i cosiddetti “enti di medie dimensioni” (con meno di trenta dipendenti), autorizzando la nomina di un OdV monocratico e prevedendo un sistema semplificato di organizzazione e gestione;
- l’esclusione della responsabilità dell’ente quando l’illecito sia di “particolare tenuità”, a particolari condizioni;
- la previsione di specifiche cause di non punibilità, basate sulla cooperazione attiva e sulla tempestiva eliminazione delle carenze organizzative;
- la riforma della disciplina della prescrizione dell’illecito dell’ente;
- la previsione dell’istituto della messa alla prova.
Degna di nota è anche l’estensione della giurisdizione italiana agli enti UE o extra-UE che operino in Italia, la previsione di un meccanismo di “ne bis in idem” transnazionale e di una clausola di “equivalenza” delle strutture organizzative adottate dagli enti con sede fuori dal territorio nazionale purché aventi le caratteristiche previste dal D.Lgs. 231/2001 con riferimento al Modello 231 e alla nomina dell’Organismo di Vigilanza.
Si attendono ora gli sviluppi dell’iter di approvazione del Disegno di Legge, per valutare al meglio gli impatti per le aziende rispetto all’attuale disciplina.
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A cura del Team Risk, Compliance & Sustainability