NADEF 2023: OK al taglio del cuneo e riforma IRPEF. Lunedi Legge di bilancio in Consiglio dei Ministri

Dopo l’approvazione della Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza 2023 da parte del Parlamento , Palazzo Chigi convoca le parti sociali per venerdì e annuncia che la Legge di bilancio andrà in approvazione nel Consiglio dei Ministri del 16 ottobre.

Venerdì infatti i contenuti della manovra saranno illustrati alle rappresentanze sindacali e datoriali, per procedere il lunedì successivo con la presentazione in Consiglio dei Ministri del disegno di legge di bilancio 2024. 

Nella seduta del 11 ottobre Camera e Senato hanno approvato due risoluzioni di indirizzo sulla Nadef 2023 (6-00057 della Camera e n. 100 della Senato) nonché la risoluzione che autorizza lo scostamento di bilancio (6-00058 della Camera e n. 3 del Senato), in vista della proroga per il 2024 della riduzione del cuneo fiscale , che assorbirà di fatto gran parte delle risorse rese disponibili. 

COSA PREVEDE IL NADEF 2023: 

I numeri presentati dal Governo riflettono un’impostazione prudente, ma l’Italia non è al riparo dal possibile avvio di una procedura per disavanzi eccessivi da parte della Commissione Europea.

Gli osservatori internazionali, infatti, hanno espresso già in diverse occasioni la preoccupazione per una Nota che di fatto mette in pausa il percorso di riduzione del debito. La Commissione, anticipando i rilievi, aveva chiesto all’ Italia di contenere la spesa e di continuare gli sforzi per il risanamento dei conti pubblici, adottando un atteggiamento prudente, tenuto conto anche di un eventuale ulteriore peggioramento dello scenario internazionale, ormai più che probabile con il conflitto in medio oriente tra Hamas e Israele.

Con la Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF) 2023, il Governo prevede per il PIL, una crescita dello 0,8% nel 2023 (a fronte del +1% previsto ad aprile), dell’1,2 per cento nel 2024, dell’1,4% nel 2025 e dell’1% nel 2026.  

Per quanto riguarda gli obiettivi di indebitamento netto in rapporto al PIL si attende:

  • un deficit tendenziale a legislazione vigente del 5,2% nel 2023 (esploso per effetto del Superbonus, tutto a carico dell’anno in corso secondo la recente interpretazione Eurostat), del 3,6% nel 2024, del 3,4% nel 2025 e del 3,1% nel 2026 ;
  • un deficit programmatico del 5,3% nel 2023, del 4,3% nel 2024, del 3,6% nel 2025 e del 2,9% nel 2026. 

Il rapporto debito pubblico/PIL programmatico è atteso al 140,2% per il 2023, al 140,1% per il 2024, per arrivare al 139,6% nel 2025 e 2026, mentre il tasso di disoccupazione è previsto al 7,3% nel 2024 (dal 7,6% previsto per il 2023). 

Per effetto della richiesta di autorizzazione al ricorso a maggiore indebitamento, gli spazi finanziari che si rendono disponibili, quale differenza tra gli andamenti tendenziali e programmatici aggiornati, sono pari a 3,2 miliardi nel 2023, 15,7 miliardi nel 2024 e 4,6 miliardi nel 2025. Nel 2026, invece, il saldo obiettivo implica una correzione di 3,8 miliardi di euro rispetto all’indebitamento netto tendenziale, che consente di riportare lo stesso al di sotto della soglia del 3%. 

LEGGE DI BILANCIO 2024:  

Spazi di manovra ristretti per la prossima Legge di Bilancio, tuttavia il ricorso a nuovo indebitamento per finanziare la conferma del taglio del cuneo fiscale è ritenuta dal Governo una scelta doverosa per tutelare le famiglie con redditi medio bassi alle prese con l’inflazione e, in prospettiva, contribuirà anche a sostenere la domanda interna e quindi in ultima istanza la crescita. 

Nelle previsioni del Governo il taglio contributivo e l’alleggerimento del carico fiscale, andando a incrementare il reddito disponibile delle famiglie, produrranno un aumento dei consumi di 0,3 punti percentuali nel 2024 e avranno quindi un effetto espansivo. Nella stessa direzione muove l’ipotesi di estendere l’aliquota del 23% ai redditi fino a 28 mila euro annui. 

A queste due misure dovrebbero tra l’altro aggiungersi ulteriori interventi a sostegno del reddito, con focus sulle famiglie e sul sostegno alla natalità, tra cui la detassazione di tredicesime, fringe benefit e premi di produttività, gli incentivi per le assunzioni di donne e giovani, il bonus per il secondo figlio, gli sconti fiscali per le imprese che assumono donne con tre figli. 

C’è poi il capitolo pensioni: rinviato il progetto di abolire la riforma Fornero, il Governo dovrebbe confermare le misure in vigore nel 2023 (Ape Sociale, Quota 103, Opzione Donna), forse includendo un nuovo intervento per facilitare l’uscita anticipata dei giovani attraverso il cumulo tra pensione pubblica e privata. In forte dubbio l’aumento delle pensioni minime, mentre sembra ormai certo che sarà proprio il taglio dell’indicizzazione all’inflazione delle pensioni in essere a finanziare il pacchetto previdenza. 

La manovra dovrà poi garantire una serie di spese per il finanziamento delle politiche invariate, dei rinnovi contrattuali degli statali, in particolare nella sanità, di alcune misure di aiuto alle imprese e, secondo quanto anticipato dal MEF, dovrebbe prevedere anche un primo stanziamento, a valere sul Fondo sviluppo e coesione, per il Ponte sullo Stretto.

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