Il biometano, come noto, è un gas ottenuto dal processo di upgrading del biogas, grazie al quale si ottiene un metano con caratteristiche chimico-fisiche simili a quello di origine fossile, ma sostenibile. Il biogas, a sua volta, viene prodotto attraverso la digestione anaerobica di biomasse di varia origine. È dunque evidente come il biometano rappresenti un elemento chiave per l’economia circolare, contribuendo alla decarbonizzazione del settore energetico e dei trasporti.
L’importanza strategica di questo vettore energetico è emersa con particolare evidenza a partire dal 2022, quando la Commissione Europea ha avviato un partenariato industriale con i principali attori del settore nell’ambito del piano “REPowerEU”. L’obiettivo è ambizioso: incrementare la produzione e l’utilizzo annuale di biometano fino a 35 miliardi di metri cubi entro il 2030, contribuendo significativamente alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico e alla riduzione della dipendenza dai combustibili fossili.
In questo contesto, l’Italia ha sviluppato un articolato sistema normativo in veloce e costante evoluzione, che può essere così brevemente riassunto:
- Certificati di Immissione in Consumo (CIC) introdotti con il Decreto Interministeriale del 2 marzo 2018 (di seguito DM 2 marzo 2018) che vengono rilasciati dal GSE e che attestano la quantità di biometano prodotta ed effettivamente immessa nella rete del gas naturale, consentendo di tracciare e garantire l’origine e la qualità del biometano, nonché di agevolare la sua commercializzazione.
Il GSE, su base mensile, rilascia ai produttori che immettono biometano nella rete nazionale per uso nei trasporti, questi certificati, che possono essere scambiati tra le imprese su una piattaforma gestita dal GME (Gestore dei Mercati Energetici) e rappresentano un valore economico per i produttori.
- Un sistema di incentivi valido per il periodo 2022-2026, introdotti dal DM Biometano per la realizzazione di nuovi impianti di produzione, che si sostanziano in un contributo in conto capitale, finanziato con risorse del PNRR, a copertura del 40% delle spese quietanziate per la progettazione e la realizzazione dell’intervento, e un contributo in conto energia (tariffa incentivante) legata alla quantità di biometano prodotto netto dall’impianto e immesso nella rete.
- Centralità della sostenibilità ambientale dal momento che lanormativa prevede l’incentivazione del biometano “sostenibile”, richiedendo una riduzione minima del 65% delle emissioni di gas serra per gli impianti destinati ai trasporti e dell’80% per quelli destinati ad altri usi.
- Tracciabilità e controllo della qualità del biometano prodotto grazie al sistema delle Garanzie di Origine (GO) ovvero un sistema di certificazione elettronica che attesta l’origine rinnovabile dei vettori energetici (elettrico, gas rinnovabile, termico) in conformità con la normativa vigente. Per quanto riguarda il biometano la GO certifica che il gas immesso nella rete senza una destinazione specifica sia stato prodotto da fonti rinnovabili, rendendo altresì tracciabile il suo impatto positivo in termini di emissioni evitate.
- I Biomethane Purchase Agreement (BPA), derivanti dai più noti Power Purchase Agreement (PPA), che si sostanziano in accordi a lungo termine (durata minima 1 anno) tra il produttore e i distributori di energia o direttamente tra produttore e cliente finale, per lo più aziende energivore, ed che hanno ad oggetto la fornitura di un determinato volume di biometano prodotto da un impianto di generazione in fase di sviluppo e, quindi, da realizzarsi, o già realizzato. Mediante tali contratti il produttore si assicura il ritiro del gas e delle relative GO per tutto il periodo dell’incentivazione, ovvero 15 anni, mentre il distributore/consumatore si garantisce la disponibilità del biometano per una pari durata, con conseguente stabilità a lungo termine e reddittività degli impianti.
Il biometano rappresenta indubbiamente una delle opportunità più concrete per accelerare la transizione verso un sistema energetico sostenibile in Italia. Il settore, ancora fortemente legato a un sistema articolato di incentivi, sta gradualmente evolvendo verso una maggiore maturità di mercato. La normativa nazionale, allineata agli obiettivi europei, si sta dotando di strumenti sempre più efficaci per promuovere la produzione e l’impiego di questo vettore rinnovabile.
Lo sviluppo di un mercato andrà favorito riducendo progressivamente la dipendenza dagli incentivi pubblici e creando le condizioni per una competitività economica autonoma.
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A cura del Team Energy